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Presentazione al lettore – C. et E. d’Hooghvorst, 1956

Presentazione al lettore

Di Emmanuel et Charles d’Hooghvorst - 1956

Molti vogliono udire e non sanno intendere.

La saggezza è tanto poco frequente in Tibet quanto a Parigi, diceva Louis Cattiaux. Ma può fiorire dappertutto, senza che nessuno se ne accorga. Un uomo simile, ma non uguale agli altri, che vive nella grande città, ha scritto queste pagine che il lettore giudicherà. Non sono per tutti, nonostante siano destinate a circolare fra gli uomini d’oggi che, per aver trascurato la rivelazione antica, si sono lasciati sprofondare in una profonda ignoranza.

Coloro per i quali è stato scritto questo libro lo sapranno leggendolo, poiché è dato loro di credere l’incredibile, come dice l’autore. Questi sapranno leggerlo e capirlo, questi appartengono alla stessa famiglia spirituale. Prima di abbandonare questo mondo, il 16 luglio 1953, l’autore l’ha lasciato loro come un punto di riunione e una ragione per sperare; l’ha dedicato specialmente ai popoli neri, ancora divisi e come nell’infanzia, ma chiamati a diventare potenti nel mondo per via di una Provvidenza noncurante delle intenzioni e delle opere umane.

Il Messaggio Ritrovato è di difficile approccio. Contiene, secondo le affermazioni dell’autore, «un’iniziazione e una mistica strettamente unite e presentate sotto una forma talmente concentrata che esige più dell’ordinaria lettura, essendo le parole superate dalla rivelazione e presentandosi l’opera come una sorta di aria liquida che ha acquisito altre proprietà straordinarie, ma invisibili a un primo esame»…

I versetti sono disposti su due colonne, poiché ci sono due uomini in noi, l’uomo carnale e l’uomo spirituale, l’uomo esteriore e l’uomo interiore, come ci sono anche le tenebre e la luce, la giustizia e l’amore, il puro e l’impuro; tutte le cose sono disposte due a due. Ognuno dei versetti comporta diversi sensi in profondità, la colonna di sinistra dando generalmente i sensi terrestri: morale, filosofico e ascetico; la colonna di destra dando i sensi celesti: cosmogonico, mistico e iniziatico. A volte questi versetti sono completati da un terzo posto in mezzo alla pagina, che sintetizza gli altri due nel senso alchemico, cioè unendo il cielo e la terra, toccando al mistero di Dio, della creazione e dell’uomo; questo senso, il più profondo, appartiene a Dio solo rivelarlo all’uomo pio. Si noterà altresì che ognuno dei XXXX libri porta un doppio titolo, per esempio, per il Libro I, a sinistra: VÉRITÉ NUE, a destra: LA POUSSE VERTE. I quaranta titoli sulle colonne di sinistra sono degli anagrammi gli uni degli altri. È rarissimo poter fare quaranta anagrammi servendosi sempre delle stesse nove lettere. Il lettore accorto si avvedrà che non c’è parola di questo libro che sia stata messa senza intenzione.

Il Messaggio Ritrovato non ci parla che di una sola cosa, in termini sempre differenti, così la moltitudine dei versetti non configura una dispersione. Gli ignoranti alla ricerca di una «nuova rivelazione» che venga ad aggiungere o abrogare qualcosa dell’antica saranno delusi. Non si ritroverà qui che una testimonianza dell’antica che ci parla della caduta dell’uomo in questo basso mondo, delle conseguenze fisiche e morali di questa caduta e del mezzo della sua rigenerazione corporale e spirituale, seguendo la misteriosa via che porta alla resurrezione.

Forse qui noi scandalizzeremo più d’un lettore affermando che lo Spirito di Elia, sempre vivo, si manifesta di epoca in epoca: si astengano essi, poiché qui è la pietra dello scandalo. Beato invece chi saprà, nelle pagine che seguiranno, liberare questo spirito dalla sua rude scorza, riconoscerne l’autenticità e nutrirsene per una vita eterna.

La dedica generale de Il Messaggio Ritrovato ci insegna che è destinato «alla gloria di Dio e per il servizio degli uomini che leggeranno con gli occhi dello spirito e del cuore i segni iscritti nella carne del mondo». Gli occhi della carnale ragione o dell’intelletto non ci insegneranno, infatti, niente, là dove la parola s’indirizza agli occhi dello spirito e del cuore. I primi non evidenziano che la scorza o l’apparenza mutevole del mondo; i secondi ci guidano verso l’Essenza e la Sostanza, suo supporto indistruttibile, e ci fanno riconoscere la luce interna che Dio accese in principio nella natura e nel nostro cuore.

Si tratta dunque di un’opera da meditare che domanda di essere letta, riletta e studiata con semplicità di spirito e purezza di cuore. Non è forse la molteplicità e l’agitazione dello spirito a privarci del possesso del Regno dei Cieli, e l’impurità dei nostri cuori che ci allontana dalla visione di Dio?

La testimonianza delle Scritture ci insegna che la conoscenza della luce divina deve procedere non dall’esterno, ma dall’interno; risvegliata ed eccitata dalla sua libera Origine, questa luce nascosta germina allora, e, diventando la «giusta misura» e la fonte dei nostri giudizi, «poi appare all’esterno e risplende pienamente nell’unione».

Un sordo giudicherà la musica secondo la spiegazione che gli si potrà dare, poiché gli manca il godimento dell’organo che gli permetterebbe di sperimentarla lui stesso. La stessa cosa vale per gli altri sensi. La luce brilla nelle tenebre, ma se l’uomo è privato dell’organo preposto alla rilevazione di questa luce interna, quest’ultima è per lui tenebre fin quando non avrà riscoperto lo sguardo dello spirito e del cuore.

Se avete fede e pazienza, scriveva l’autore parlando del Messaggio Ritrovato, esso si illuminerà da sé, poco alla volta, e tutto ciò che vi sembra oscuro vi apparirà allora evidente.

Così proponiamo al lettore di farsi personalmente un’opinione sull’opera proposta e di giudicare da se stesso se questa è identica o no all’insegnamento tradizionale.