Il pittore Gaston Chaissac (1910–1964) ebbe una vita piuttosto solitaria, ma ciò non gli impedì, paradossalmente, di intrattenere una vasta corrispondenza con innumerevoli persone. Per oltre vent’anni, scrisse in media quattro o cinque lettere al giorno, rivolgendosi a più di 170 corrispondenti identificati (oltre a molti altri), tra cui una trentina di colleghi pittori. Tra questi, figura Louis Cattiaux, con cui scambiò numerose lettere tra il 1946 e il 1953. Si può quindi affermare che Chaissac, noto come pittore ben quotato, si distinse anche come uomo di lettere. Durante la sua vita, conobbe diverse periodi di fama internazionale, specialmente in Germania, in Italia e negli Stati Uniti. L’ultima mostra delle sue opere a Parigi si tenne al Jeu de Paume nel 2000, mentre una retrospettiva fu organizzata a Grenoble nel 2009. La maggior parte della sua opera è oggi esposta al Museo dell’Abbazia Sainte-Croix a Les Sables d’Olonne, in Vandea.
Proveniente da una famiglia molto modesta e di salute fragile, Gaston Chaissac non ebbe una vita facile. Privo di certificato di studi e inizialmente umile calzolaio, si appassionò molto giovane alla pittura, che praticò per tutta la vita come perfetto autodidatta – proprio come Cattiaux – e lontano dai percorsi più convenzionali.
Visse principalmente a Parigi e in Vandea, dove sua moglie lavorava come insegnante, il che gli permise di dedicarsi completamente alla sua arte. Di sé stesso disse un giorno:
“Sono capace di fare cose che non tutti possono fare, di conseguenza mi è difficile fare ciò che tutti possono fare.”
Nel 1942, ebbe l’opportunità di soggiornare a Saint-Rémy-de-Provence e lavorare nell’atelier di Albert Gleize, che lo aveva invitato. A Parigi, espose in varie gallerie e saloni, in particolare nel 1944, come fece anche Louis Cattiaux, al Salon des Indépendants. Durante gli anni ’40, incontrò, tra altri grandi pittori e scrittori dell’epoca, Jean Cocteau, André Lhote, Raymond Queneau, Jean Paulhan, Jean Dubuffet, André Breton e Aimé Maeght.
Come Louis Cattiaux, Gaston Chaissac rifiutava il gioco del parigianismo pittorico e respingeva le convenzioni accademiche nella creazione artistica. Cattiaux, dal canto suo, sviluppò le proprie concezioni artistiche in un trattato oggi pubblicato con il titolo Physique et métaphysique de la peinture.
Chaissac si interessava anche, a modo suo, alla spiritualità e all’ermetismo, che costituiscono i fondamenti de Il Messaggio Ritrovato di Louis Cattiaux e le principali fonti di ispirazione della sua opera pittorica.
Esteticamente, Chaissac rivendicava l’arte della rottura, un certo art brut, un’arte rurale e rustica, liberata dalla tradizione e aperta a tutti i supporti: carta, ardesia, lamiera ondulata, vimini, ceppo d’albero… La sua carriera alternò periodi floridi e creativi a momenti più cupi. Nel 1951, pubblicò una raccolta di poesie intitolata Hippobosque au bocage. Dal 1958 al 1960, collaborò regolarmente con la Nouvelle Revue Française di Jean Paulhan.
Morì nel 1964, logorato dall’ansia e dalle difficoltà materiali, circa dieci anni dopo la scomparsa di Cattiaux.
